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Immagine del redattoreSalvatore Da Cha'

Inadottabile a chi!!!!

In questo Post voglio condividere con voi un'esperienza particolarmente toccante: la mia visita all'Armata dei Randagi Quando sono arrivato al rifugio sono stato accolto da un'atmosfera ricca di emozione. Il rifugio ospita cani che hanno vissuto storie difficili, abbandonati o maltrattati, ma che qui trovano una seconda possibilità grazie all'amore e alle cure di Stefano, Valentina, Sara Mentre passeggiavo ho incontrato cani con una storia unica. Alcuni erano timidi e riservati, mentre altri mostravano un sorprendente desiderio di interagire nonostante il loro passato doloroso. Ho avuto l'opportunità di accarezzarli, giocare con loro e ascoltare le storie dei loro progressi dai volontari. Ogni cane ha dimostrato un’incredibile resilienza, un desiderio di affetto e una commovente resilienza. La dedizione e la passione dei volontari sono state altrettanto impressionanti. Lavorano instancabilmente per riabilitare questi cani e trovare loro nuove famiglie che possano fornire l'amore e la sicurezza che meritano. Questa visita mi ha profondamente impressionato e mi ha ricordato l’importanza di sostenere tali rifugi. Ti invito a prendere in considerazione l'adozione di un cane da un rifugio o il contributo con donazioni o volontariato. Ogni piccolo gesto può fare una grande differenza nella vita di questi straordinari animali.

Da Cha' Salvatore




 

02/06/2020 L'Armata Dei Randagi nasce con l'idea di creare le condizioni per l'adozione di quei cani che altrimenti non avrebbero alcuna possibilità. Rifugio per cani semiselvatici, che hanno sviluppato una diffidenza più o meno marcata verso l'uomo. L'ideale di fondo è che, dando la possibilità al cane di esprimere le sue potenzialità in un branco già strutturato, possa ritornare in equilibrio, e trovare quindi un'adozione stabile. Ovviamente la maggior parte dei casi sarà più o meno complicata e richiederà adozioni adeguate, ad esempio solo in presenza di altri cani e di un giardino!!! Personalmente ritengo che sia un errore “umanizzare” gli animali, hanno così tanto da insegnarci che sarebbe insensato togliere loro questa possibilità. Nel rifugio i cani avranno la possibilità di apprendere le dinamiche sociali che spesso mancano a questa tipologia di cani, mancanza che crea molti dei problemi per i quali le persone si rivolgono ad un educatore. I cani devono potersi esprimere altrimenti non emergeranno mai. In tutti i branchi sono presenti dei ruoli, essi permettono la formazione del carattere e l'apprendimento delle dinamiche base del branco. (Ad esempio da cuccioli imparano a misurare il morso durante le sessioni di gioco) questo è un po' il cardine del rifugio: una possibilità... Se c'è una cosa che ho imparato con l'esperienza è che i cani hanno un background che li determina. Ad esempio tutti i cani che ho trovato per strada tendono ad andare a passeggio, se il cancello è aperto perchè non dovrebbero uscire? Potrebbero aver vissuto per strada per anni e ora, sì, hanno un posto in cui tornare, ma il bisogno di libertà è sempre vivo in loro. Raggia invece, dopo sei anni in canile, non mi perde mai di vista. Ogni cane fa scelte diverse, a seconda della sua personalità e della sua storia. Questo per sottolineare l'importanza del cambiamento e le possibilità che esso porterà per un animale che, dopo magari aver trascorso anni in gabbia, potrà toccare per la prima volta il suolo, potrà scavare una buca, annusare l'erba o anche fare un semplice salto. ..



 

L'unica colpa del cane è stata quella di essere stato addomesticato dall'uomo tra il Neolitico e il Paleolitico, l'oasi cerca di rimediare ai danni causati dalla cattura dell'uomo, tentando di dare una seconda possibilità a questi animali, che non condurranno esattamente il vita per la quale sono nati, ma potranno comunque condurre un'esistenza dignitosa, inseriti in un branco e al fianco di persone che non li tradiranno mai più, che dimostreranno loro che possono ancora fidarsi dell'uomo.

Ogni cane ha il diritto di esprimere la propria unicità in quanto possiede bisogni precisi, esperienze passate, personalità definite e potenzialità di scelta, che purtroppo talvolta vengono distrutte a causa dell'intervento umano (cattura sconsiderata, staffette, semi selvatici del sud strappati al la loro vita destinata a restare rinchiusa a tempo indeterminato nei canili del nord perché inadottabili). Nella realtà dell'oasi canina, ogni cane avrà una seconda opportunità per vivere una vita dignitosa e coerente con la sua natura e in piena libertà di espressione di sé.

Armata Dei Randagi Organizzazione no-profit



Armata Dei Randagi

Armata Dei Randagi

Stefano Di Caprio

Valentina Biedi

Claudia Marini

Sara Errero

Federico Arizzi


 



cane
Foto Salvatore Da Cha'


Storia del fango


Era Scacco, oggi è Fango. Fango è un cane randagio siciliano, un cane nato e cresciuto in libertà, fiero, felice e con una muta. Allontanato da esso nella speranza di un futuro migliore, iniziò invece un lungo periodo di prigionia fisica e mentale.

Nel maggio del 2015, intorno ai quattro o cinque mesi, è entrato in canile. Trovato un adottante, per lui sono iniziati i primi problemi legati all'uomo e alla mancanza di un branco. Si avvicina immediatamente ai suoi coetanei e schiva l'uomo. Infatti dopo poco periodo è stato riportato in canile per "gravi" problemi di gestione.. Fango non si fida dell'uomo, per lui siamo noi che lo abbiamo portato via dalla famiglia per metterlo in gabbia , da solo.. Insomma non si lasciava avvicinare, aveva paura e se costretto al contatto si voltava. Quindi è tornato di nuovo in un canile. Lì era considerato ingestibile, al punto che al canile di Genova fu chiesto se potevano trattenerlo.

Tutto questo accadeva 4 anni fa, e così nel 2016 arriva a Genova, dove per sua fortuna ci sono persone che non hanno mai perso la speranza per lui (Grazie Clara e grazie Valentina, davvero fantastiche!)

A questo punto il giovane Fango, di circa un anno e mezzo, non ha più alcuna fiducia negli uomini. È un cane inavvicinabile, spaventato, che si fida solo dei suoi simili (e chi può biasimarlo?) che ormai ha memorizzato solo che deve prendere le distanze dall'uomo... Nonostante i tanti sforzi dei volontari non è più riuscito a riconquistare Fiducia. Nei 4 anni successivi riuscì solo a nascondersi, anche alla gente di passaggio in cerca di un cane. I pochi che chiedevano di lui, capendo (giustamente) che fosse un cane complicato, si arrendevano sempre. C'era un briciolo di speranza una volta, ma anch'esso era vano.

Mud, come tutti i cani, ha dei bisogni, ha bisogno di tempo, di un branco e di tanta fiducia. Perché sì, il rapporto con i cani è sempre uno scambio. E non potrà mai riconquistare la fiducia che ha perso, quando era cucciolo, se prima non gliela diamo.

A questo punto arriviamo a Gennaio 2020. Poco prima ho saputo di una cosa meravigliosa... Si chiama "RIOT DOG" La valle dei cani ribelli. Insieme ad esso ho conosciuto Francesca, la terza persona fondamentale in questa equazione. Ora se siete arrivati fino a qui vi chiedo un attimo di particolare attenzione.. A gennaio ho contattato Francesca, perché volevo prendere un cane dal loro rifugio e abbiamo parlato della fantastica Tokyo.. Appena ho visto la foto Mi sono innamorato. Francesca però ha capito che, visto che vivo in montagna, forse avrei accettato di prendere Fango, e così ho rinunciato a far adottare la bella Tokio e mi ho messo in contatto con Clara e Valentina.

Non so se tutti riescono a comprendere la grandezza del gesto, ma se qualcuno di voi lo capisce e vuole contattarla per fornirle una famiglia permanente a Tokyo avrà sia la mia gratitudine che quella di Fango, in eterno. Perché l'ho scelto comunque, e le vite non si scelgono..

Così è nato l’esercito dei randagi. Grazie alle persone che lavorano insieme e a nessun singolo salvatore. Senza di loro nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile.

A loro tre si unisce il mio veterinario... Stefano, sai bene che se non ti avessi conosciuto, 10 anni fa, non avrei nemmeno potuto immaginare di aiutare i cani... ci sarà il momento dell'ufficialità grazie, ma intanto non dimenticherò uno dei cani con cui mi hai aiutato..

Arriviamo quindi al 22 maggio 2020, dopo aver trascorso la sua vita in gabbia hanno dovuto catturarlo e metterlo a dormire per poterlo portare da me.

Perchè, viste le possibilità, scegliere di adottare un Mud? Perché ogni suo piccolo gesto per conquistare la libertà e la dignità che gli è stata tolta (tolta, non perduta, c'è un colpevole) sarà per te una lezione. Ogni centimetro di vicinanza guadagnato, ogni minimo segno di ripresa sarà una tua conquista personale.. Perché davvero faresti qualcosa che pochi vogliono e possono fare.. Eppure te lo garantisco (Fango non è il primo cane così che ho avuto , infatti il buon Vecchio era molto peggio) che nessun rapporto con gli animali sarà più lo stesso.. Imparerai come comunica un cane, come percepisce gli spazi e le distanze, quali sono le sue paure e come farsi strada pian piano ..Capirai che dobbiamo lavorare su noi stessi e non su di loro, abbiamo tanto da imparare..

Ma adesso Fango inizia la sua nuova vita con me, e il suo nuovo branco perché, intendiamoci subito, appena posso cercherò altri Fango a cui ridare fiducia e dignità e saranno loro in adozione ma lui no. .. Comunque c'è sempre la dolce Tokyo e tutto il suo branco che ti aspetta



 

La mia riflessione visiva


I cani randagi rappresentano una realtà complessa e spesso fraintesa nelle società contemporanee. Questi animali, senza proprietario e senza un rifugio stabile, vivono ai margini delle città e delle comunità, sopravvivendo grazie alla loro resilienza e adattabilità. La loro presenza ci invita a riflettere su temi profondi come la responsabilità, la compassione e la convivenza tra le specie.

I cani randagi incarnano un'affascinante dualità: da un lato sono simboli di libertà e indipendenza, capaci di vivere senza vincoli imposti dall'uomo; dall’altro rappresentano la vulnerabilità e l’ingiustizia, spesso esposti al pericolo, al maltrattamento e alla mancanza di cure. Questa dicotomia evidenzia la nostra responsabilità collettiva nei confronti degli animali domestici e, più in generale, verso tutti gli esseri viventi.

L'atteggiamento della società nei confronti dei cani randagi varia notevolmente da cultura a cultura. In alcuni contesti questi animali sono visti con sospetto e ostilità, percepiti come un problema da risolvere. In altri vengono accolti e curati, diventando parte integrante della vita comunitaria. Questa disparità riflette le diverse concezioni di empatia e convivenza che caratterizzano le società umane.

La presenza di cani randagi ci costringe ad affrontare questioni etiche ed ecologiche. Come possiamo garantire il benessere di questi animali senza compromettere la salute pubblica? Quali misure si possono adottare per prevenire l’abbandono e promuovere l’adozione responsabile? Queste domande richiedono soluzioni che combinino interventi a breve termine, come la creazione di rifugi, con strategie a lungo termine che promuovano una cultura del rispetto e della cura per gli animali.

In definitiva, i cani randagi sono un potente promemoria della nostra capacità di compassione e della necessità di costruire una società più giusta e inclusiva per tutti gli esseri viventi. La loro esistenza ci sfida a guardare oltre il nostro benessere immediato e a considerare il benessere degli altri, ricordandoci che la vera civiltà si misura anche dal modo in cui trattiamo i più vulnerabili tra noi.

Salvatore Da Cha'Visione Urbana



 

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5 Comments

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Grazie per la bellissima accoglienza

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Guest
Jun 04

Una bellissima esperienza grazie

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In un mondo privo di umanità questo è un gesto di puro amore.Da stimare e ammirare.Grazie Salvatore ❤️

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Grazie Marzia per la tua visita,condivido a pieno il ltuo pensiero!!! Grazie per aver visitato il mio blog! Spero che le informazioni e le storie condivise ti abbiano toccato il cuore e ispirato. Continua a seguire per aggiornamenti su come possiamo aiutare questi animali e creare un mondo migliore per loro. Grazie 🙏

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